Il faro nel tempo
Con il fine di stabilire contatti commerciali, nell’anno 61 a.C. Giulio Cesare guidò una spedizione che arrivò per mare a Brigantium. Lo sbarco diede origine alla fondazione di un insediamento coloniale strategico ai confini dell’impero e, in seguito, a un importante porto utilizzato dalla retroguardia nel periodo delle Guerre Cantabriche.
Durante la pace di Augusto le relazioni commerciali si incrementarono, comportando un notevole sviluppo della struttura viaria e un aumento del traffico marittimo che contribuì al processo di romanizzazione. In questo contesto, il nord-est peninsulare divenne un territorio di fondamentale importanza e il porto di Brigantium si convertì in uno dei principali punti di arrivo della via XX, dove trovarono rifugio le legioni romane durante la loro spedizione verso la conquista della Britannia.
Tale interesse militare servì all’impero Romano per giustificare la 17 costruzione del faro. Fino a quel momento, infatti, la navigazione da Gibilterra a Finisterre si realizzava parallelamente alla costa e si navigava a poche miglia dal litorale, seguendo la via Per Loca Marítima. Tuttavia, una volta raggiunta Brigantium bisognava orientare la prua delle navi verso il canale della Manica e i territori del nord, addentrandosi in mare aperto, un mare estremamente agitato e pericoloso.
Sin dalla sua costruzione, il faro continuò a compiere la sua missione di orientare e dirigere i naviganti attraverso l’immensità dell’oceano.